Il settore della cosmetica non ha solo ripreso, in Italia, i fasti del pre Covid. Lo ha fatto anche, numeri alla mano, dimostrando una forte attenzione alla sostenibilità, aspetto sempre più ricercato da parte degli utenti finali, propensi, molto più rispetto al passato, a seguire il trend della bellezza green.

La tendenza in questione è stata recepita anche dalle aziende, come la nostra, che si occupano di produzione cosmetici conto terzi, realtà che negli ultimi anni hanno visto crescere notevolmente i propri fatturati, sulla scia dell’importanza, per i brand, di concentrarsi su aspetti come la promozione, essenzial per essere riconoscibili in un mercato sempre più complesso.

Nell’ambito dei servizi di queste realtà è spesso incluso il packaging, progettato con criteri che mettono in primo piano il rispetto dell’ambiente.

Parlare di questo tema vuol dire aprire un capitolo ricco di pagine interessanti. Vediamone alcune delle più belle nelle prossime righe.

Less is more

Aprire il capitolo del packaging sostenibile in ambito cosmetico vuol dire chiamare in causa diversi sotto trend. Uno dei più importanti si muove sulla scia dell’adagio “Less is more”.

“Meno è meglio”, da diversi punti di vista, e uno dei più importanti riguarda l’attenzione a non utilizzare troppi materiali per le confezioni. Focalizzarsi su uno soltanto, per esempio la carta, e ridurre all’essenziale le informazioni visibili sulla confezione vuol dire, dati commerciali degli ultimi tempi alla mano, avere maggiori chance di attirare il consumatore.

Tracciabilità delle materie prime

Parlare di sostenibilità del packaging in cosmetica vuol dire andare oltre alla scelta di materiali provenienti da filiere rispettose dell’ambiente. Il packaging, soprattutto quando si parla di prodotti di bellezza, supera la mera funzione di protezione e contenimento.

Si tratta del primo passo verso la scoperta concreta del prodotto, motivo per cui è il caso di curare nel miglior modo possibile l’accessibilità a informazioni che lo riguardano.

Non è affatto un caso che, negli ultimi anni, siano aumentati tantissimo i casi di packaging in ambito cosmetico caratterizzati dalla presenza di qr code che, una volta scansionati, permettono di accedere a numerosi contenuti e informazioni inerenti le materie prime.

Queste ultime, vengono letteralmente raccontate presentate in diverse modalità, anche tramite pillole video.

Spazio al refill

La rotta è tracciata: la sostenibilità, ormai, farà via via sempre più parte della quotidianità delle aziende cosmetiche e dello studio di aspetti come il packaging.

Un’altra tendenza attenta all’ambiente che sta emergendo in questo periodo è quella delle ricariche.

I refill, già da qualche anno, stanno sostituendo le confezioni usa e getta, nell’ottica di una progressiva riduzione dei rifiuti dispersi nell’ambiente.

Guardando al 2030

Siamo sempre più vicini al 2030, un anno di massima importanza per lo sviluppo sostenibile mondiale in tutti i settori, compreso quello della cosmetica.

A tal proposito, è bene rammentare che il suddetto anno è stato scelto come deadline per l’implementazione, da parte di diverse aziende del comparto, di strategie sostenibili verticali sui packaging.

Un esempio illustre? Il caso del colosso L’Oréal con il programma L’Oréal for Future. Cosa prevede? Che, ora dell’arrivo del 2030, il packaging di tutti i prodotti sia tracciabile e che, nel caso dei materiali plastici, derivi tutto da filiere di riciclo o basate su processi biologici.

L’esempio del colosso francese fa scuola anche per via della sinergia virtuosa tra biologi ed esperti di biotecnologie.

Questi esperti, come ricordato anche sulle pagine del quotidiano Repubblica in un articolo pubblicato lo scorso mese di marzo, stanno lavorando fianco a fianco per arrivare a mettere in commercio packaging in plastica estremamente sottili, ma comunque capaci di tenere importanti volumi di prodotto.

Tra gli obiettivi del loro lavoro figura anche la creazione di packaging realizzati con scarti di produzione provenienti dalle filiere del food e del pharma.

Bellezza compostabile

Non c’è che dire: la cosmesi sta davvero guardando al futuro o, per amor di precisione, sta vivendo un presente che, tra emergenza climatica e altre problematiche ambientali, fa capire che non è più tempo di pensare sostenibile, ma di agire.

A dimostrazione di ciò, è possibile chiamare in causa un’altra tendenza che sta dominando la scena negli ultimi tempi. Di cosa si parla? Della scelta di lanciare sul mercato packaging compostabili che, una volta piantati, diventano una vera e propria gioia per i pollici verdi.

Il grande successo della carta

Nelle righe precedenti, abbiamo fatto cenno alla carta, materiale che, nell’ambito del packaging cosmetico, è protagonista di una vera e propria rivoluzione sostenibile.

Se, fino a qualche anno fa, la si vedeva quasi esclusivamente come soluzione per il packaging secondario, ossia quello più esterno, oggi è normalissimo ammirarla come alternativa per quello primario, in virtù della sua semplice riciclabilità.

C’è di più! Al posto della cellulosa che deriva dagli alberi, molte aziende, intenzionate a ridurre la propria impronta ecologica, stanno facendo ricorso a materiali che non impattano sul patrimonio forestale mondiale, come per esempio la paglia, il fieno, la canapa, pianta sostenibile in quanto in grado di crescere da suoli ostili per altre specie.